Il museologo matematico:
interprete e creatore
W. Di Palma

tratto da: I racconti di Numeria - 1999 - Nuova Argos Edizioni, Roma


Nel caso della matematica il compito del museologo è molto simile a quello dell'interprete di un brano musicale: l'esecutore è il tramite concreto tra il pensiero creativo dell'autore - espresso nello spartito- ed il pubblico del concerto.

Come ogni cultore di musica ben sa, eseguire uno spartito significa interpretarlo: ma fino a che punto è lecita la libertà interpretativa? Può un museologo "costruire" egli stesso gli oggetti del suo museo a partire da enti astratti, tenendo bene in mente che la verità è sempre una questione di "inven zione"?

Un museologo che si occupi di matematica deve imparare a convivere con questo dilemma.

Un'esposizione di "oggetti" matematici, che aspiri ad essere un'operazione intellettuale valida, lo trasformerà - suo malgrado - in un "interprete-creatore".

Osare la creazione degli oggetti che saranno poi musealizzati: ecco il doppio salto mortale che spesso occorre fare nel caso di un Museo della Matematica.

Ma creare - si sa - è un processo senza fine e quindi una museologia che voglia operare nel campo della matematica non può non fare proprio il motto: " Tant que je vivrai, il y aura une nouvelle dèfinition du musée.....".

L'esposizione di oggetti matematici - infatti - è quanto di più sperimentale ci possa essere nel campo della museologia: va costruita istante per istante, senza temere di disfarsi delle verità raggiunte, ben consci del fatto che: "il motivo perché così spesso la gente mente, è che manca di fantasia: non si rende conto che la verità è una questione di invenzione".

Per realizzare un Museo della Matematica - o più semplicemente una mostra su uno specifico argomento matematico - bisogna dunque affrontare l'impresa con pazienza, non temere la manualità e quindi essere disposti, nella maggioranza dei casi, a costruirsi in senso letterale gli oggetti da esporre.

Se ciò non bastasse non bisogna avere remore a comportarsi nei confronti di questi oggetti come Penelope con la sua tela, qualora la relazione tra l'oggetto museale ed il fruitore smettesse di essere una relazione proficua.

Stando così le cose, non fa meraviglia che fino ad oggi ci siano stati ben pochi tentativi riusciti di musealizzazione del pensiero matematico: infatti, mettere in relazione con il pubblico la materializzazione di un oggetto astratto come quello di numero o di spazio - concetti che per di più hanno avuto interpretazioni e significati diversissimi nel corso dei secoli - non è certo impresa da poco.