In
mancanza di un Museo della scienza la richiesta
di cultura scientifica, assai presente nella cittadinanza
in particolare in quella più giovane, è
stata soddisfatta con iniziative sostanzialmente basate
sull'esistente sia nelle sue forme ufficiali (musei
universitari, collezioni, laboratori di ricerca) che in
quelle "sommerse" (scuole, associazioni culturali,
mostre itineranti).
Si è così realizzata una rete museale diffusa
che ha costituito una sorta di interfaccia col territorio
nel settore della cultura scientifica.
Questa rete al di là del ruolo positivo che ha assunto
per la sua capacità di surrogare, sia pure in parte
un Museo della Scienza, ha però alcune valenze negative:
duplicazione di servizi di assistenza e manutenzione, polverizzazione
del progetto complessivo, difficoltà per la scarsezza
di risorse a promuovere i suoi poli a siti museali di eccellenza,
mancanza spesso di coordinamento, carenza di meccanismi
informativi centralizzati verso il pubblico per l'elevato
numero di iniziative anche contemporanee, difficoltà
a mantenere elevati standard di qualità. Fatti valere
gli aspetti positivi che giustificano la prosecuzione dell'esperimento
multipolare sorge l'esigenza della nascita di una struttura
centrale che possa garantire adeguato sviluppo ed assistenza
ai poli più significativi, evitando al tempo stesso
inutili e ingiustificati raddoppiamenti e ripetizioni, assicurare
uno sportello cittadino per conoscere il quadro aggiornato
delle iniziative e dei poli attivi ed assumere l'immagine
importante di Polo Centrale del Museo della Scienza della
città, senza però pregiudicare attività
sorrette dall'impegno di addetti volontari, in particolare
nelle scuole e caratterizzate da un articolato decentramento
nelle varie zone di Roma.