Comune di Roma
Sovrintendenza ai Beni Culturali
U. O. Musei Scientifici

BANDO DI GARA
STUDIO DI FATTIBILITÀ E PROGETTAZIONE DEI CONTENUTI DELLA CITTÀ DELLA SCIENZA DI ROMA

APPALTO CONCORSO
CAPITOLATO TECNICO

Sommario

SCOPO DEL BANDO

1. OBIETTIVI DEL PROGETTO

1.1 Domanda potenziale e stima del flusso dei visitatori
1.2 Valutazione del dimensionamento e morfologia
1.3 Identificazione dei contenuti
1.3.1 analisi comparata dei modelli di riferimento più avanzati
1.3.2 verifica dei contenuti generali esposti nelle linee guida Elaborate dalla Commissione Scientifica
1.3.3 elaborazione preliminare e verifica di scenari attuativi possibili
1.3.4 elaborazione definitiva di uno studio globale
1.3.5 studi di fattibilità specifici delle strutture funzionali e dei centri di servizio
1.3.6 progetto museografico relativo alle esposizioni
1.4 specificazioni generali e particolari ai fini dell'affidamento della progettualità architettonica
1.5 progetto di collegamento della Città della scienza con gli altri musei scientifici cittadini
1.6 analisi comparata impegno complessivo-benefici complessivi in termini di avanzamento della cultura scientifica

2. GUIDELINES ELABORATE DALLA COMMISSIONE SCIENTIFICA.

2.1 La filosofia del Progetto "Città della Scienza di Roma"
2.2 - Lo scenario internazionale
2.3 - Lo scenario romano
2.4 - Il superamento del dibattito "unitarietà vs multipolarità"
2.5 - I modelli di riferimento
2.6 - Il progetto di Roma
2.7 - Caratterizzazioni irrinunciabili dell'iniziativa romana
2.7.1 - Deve perseguire l'obiettivo della diffusione della cultura scientifica
2.7.2 - Il progetto deve tenere conto che siamo in una società caratterizzata da un forte tasso di innovazione
2.7.3 - Il progetto deve tener conto che evolviamo verso una società caratterizzata da nuove tecnologie della comunicazione
2.7.4 - La Città della Scienza deve inserirsi nella realtà Roma e divenirne parte
2.7.5 - Roma dispone di un grande patrimonio scientifico e tecnologico
2.7.6.- Storia e memoria del passato
2.7.7 - Dialogo culturale e punto di snodo
2.7.8 - Universalità dell'accesso
2.8 - Caratterizzazioni possibili


3. I CONTENUTI FONDAMENTALI DELLA CITTÀ DELLA SCIENZA DI ROMA

3.1 - SCIENZA E TECNOLOGIA DELLO SPAZIO
3.2 - SCIENZA E TECNOLOGIA DELLA STRUTTURA DELLA MATERIA
3.3 - SCIENZA E TECNOLOGIA DELL'AMBIENTE E DELLA BIODIVERSITA'
3.4 - BIOLOGIA MOLECOLARE E BIOTECNOLOGIE
3.5 - SCIENZE COGNITIVE E TECNOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE
3.6 - SCIENZA E TECNICA A ROMA


4. STRUTTURE FUNZIONALI E CENTRI DI SERVIZIO DELLA CITTÀ DELLA SCIENZA

4.1 - Teatro IMAX
4.2 - Teatro - Auditorium.
4.3 - Officine e laboratori
4.4 - Facility di conservazione.
4.5 - Centro didattico e di animazione.
4.6 - Orto e arboreto sperimentali.
4.7 - Mediateca, cineteca e centro di educazione alle tecnologie multimediali
4.8 - La scienza dell'arte
4.9 - Centro associativo e membership.
4.10 - Integrazioni con le strutture scientifiche comunali
4.10.1 - Museo civico di Zoologia
4.10.2 - Planetario e Museo delle Scienze planetarie
4.10.3 - Museo della Matematica
4.10.4 - Raccolte di Arte sanitaria
4.10.5 - La Città dei ragazzi

5. - STRATEGIE DI GESTIONE MUSEALE

5.1 - Conservazione delle collezioni

5.2 - Gestione delle informazioni
5.3 - Configurazione del muovo Museo basato su un sistema modulare
6. - DOMANDA POTENZIALE
6.1 - Stima del flusso di visitatori
7. - DIMENSIONAMENTO E MORFOLOGIA
8. - ORGANIZZAZIONE DELLO STUDIO
8.1 - Fasi del progetto
8.2 - Commissione scientifica
8.3 - Comitato di vigilanza
8.4 - Coordinatore del progetto


SCOPO DEL BANDO
Il presente bando è finalizzato alla individuazione di un consulente qualificato, in grado di coadiuvare le Strutture dell'Amministrazione Comunale nella redazione di uno studio di fattibilità relativo alla configurazione culturale e scientifica e nella progettazione museografica e finanziaria del sistema "Città della Scienza di Roma".
L'indizione del bando e la successiva individuazione del consulente segue il lavoro propedeutico svolto dalla "Commissione per la formulazione di un piano operativo finalizzato alla realizzazione a Roma di un Museo della Scienza" istituita con Deliberazione della Giunta Comunale n. 2685 del 24 Luglio 1998.
Obbiettivo principale del Bando è quello di ottenere un progetto che, da un lato, assuma le linee guida e le raccomandazioni frutto del lavoro della Commissione e dall'altro rappresenti un contributo sostanziale alla progettazione della fisionomia della istituenda Città della Scienza di Roma e della sua forma organizzativa museografica.
Le specifiche tecniche funzionali alla realizzazione dello studio di fattibilità oggetto del bando, sono parte integrante del presente capitolato tecnico
I criteri di ammissibilità delle domande e i requisiti necessari per poter partecipare alla gara sono esplicitati nel Bando di Gara e nel Capitolato Speciale.

1. OBIETTIVI DEL PROGETTO

L'obiettivo del progetto è realizzare a Roma una Città della Scienza.
La nuova struttura deve configurarsi come un grande sistema di comunicazione scientifica, di livello internazionale, e dovrà costituire, in ambito nazionale ed europeo, un centro di eccellenza per la diffusione di una cultura scientifica e tecnologica di alto profilo.
L'Amministrazione comunale di Roma, per la complessità dell'operazione, intende avvalersi di un consulente per realizzare uno studio di fattibilità della Città della Scienza ed una progettazione dei contenuti.
Premesso che scopo preminente dello studio consiste in una dettagliata analisi dei contenuti concettuali, oggettuali e metodologici della nuova Città della Scienza, il consulente analizzerà innanzitutto la domanda potenziale della nuova struttura, stimandone il flusso dei visitatori, il dimensionamento e la morfologia.
Analizzerà poi i dati e le informazioni disponibili in seguito al lavoro di ricerca svolto dagli esperti della Commissione Scientifica durante la fase preliminare degli studi e analizzerà tutta la documentazione prodotta sull'argomento da Enti e singoli ricercatori. Ciò permetterà al Consulente di acquisire una ampia conoscenza degli ambiti culturali dei vari progetti elaborati in passato, nonché delle origini del Progetto.
Sulla base di queste conoscenze il Consulente indicherà la migliore configurazione possibile del nuovo Museo. Successivamente il Consulente definirà le strategie legate agli aspetti più importanti della gestione del Museo (conservazione, spazi espositivi, educazione, servizi, gestione e divulgazione delle informazioni, attività turistiche). Sulla base delle diverse configurazioni identificate, il Consulente, di concerto con il Committente, selezionerà quella ottimale da sviluppare nella fase successiva dello Studio di fattibilità e svolgerà ulteriori indagini tecniche al fine di poter elaborare il piano operativo del Progetto.

Il Consulente identificherà, infine, l'impatto della configurazione proposta sull'ambiente fisico, sociale ed economico cittadino.
Lo studio considererà altresì iniziative da sviluppare in parallelo con altri musei.
Operativamente si chiede al consulente di sviluppare nell'ordine appresso suggerito i seguenti punti fondamentali, integrando le altre richieste del committente ove il consulente ritenga più opportuno:
1. Domanda potenziale e stima del flusso dei visitatori
2. Valutazione del dimensionamento e morfologia
3. Identificazione dei contenuti concettuali, oggettuali e metodologici della Città della Scienza
3.1 analisi comparata dei modelli di riferimento più avanzati,
3.2 verifica dei contenuti generali esposti nelle linee guida elaborate dalla Commissione Scientifica (punto 2 del Capitolato tecnico), elaborazione di proposte di integrazioni,
3.3 elaborazione preliminare e verifica di scenari attuativi possibili tra i quali sarà scelta, in corso d'opera, la configurazione ottimale della nuova Città della Scienza di Roma
3.4 elaborazione definitiva di uno studio globale nel quale vengano analizzati nel dettaglio
3.4.1 la strutturazione e la morfologia della Città della Scienza
3.4.2 i contenuti concettuali, oggettuali e metodologici del nuovo Museo
3.5 studi di fattibilità specifici delle strutture funzionali e dei centri di servizio individuati
3.6 progetto museografico generale relativo alle esposizioni e progetto di dettaglio degli exhibits fondamentali
4. specificazioni generali e particolari ai fini dell'affidamento della progettualità architettonica complessiva.
5. Progetto di collegamento della Città della Scienza con gli altri nodi del sistema museologico scientifico cittadino e nazionale e progetto di strutturazione della rete
6. Analisi comparata dell'impegno complessivo vs benefici complessivi in termini di avanzamento della cultura scientifica della Città e della Nazione.

2. GUIDELINES ELABORATE DALLA COMMISSIONE SCIENTIFICA.

Roma è praticamente l'unica capitale di un grande Stato a non disporre ancora di una struttura di rilevanti proporzioni dedicata alla presentazione delle problematiche fondamentali della scienza e della tecnologia. Ciò appare tanto più grave, se si considera che Roma possiede collezioni di grandissimo rilievo, cospicue energie intellettuali, oltre che un significativo potenziale di interazione diretta con le grandi centrali della ricerca e con le principali strutture di informazione e comunicazione.

2.1 La filosofia del Progetto "Città della Scienza di Roma"

Il progetto di avviare la costituzione di una Città della Scienza che si situi in maniera qualificata e con chiari caratteri di specificità nel panorama internazionale dei musei della scienza rappresenta, dunque, una grande opportunità non solo per Roma, ma per l'intero Paese.
Il progetto di Città della Scienza, pur prevedendo la realizzazione di un centro espositivo di grandi dimensioni e capace di esercitare forte attrazione sul pubblico, consentirà anche di esaltare e valorizzare le positive esperienze che sono state fino ad oggi realizzate a Roma attraverso la capillare rete di centri di conservazione e di iniziativa promossi da Musis per dare una risposta, sul territorio, alla domanda crescente di cultura scientifica.
La rete di energie intellettuali che ha contribuito ad animare il Progetto Musis troverà, infatti, nell' istituenda Città della Scienza un punto di riferimento, una garanzia di efficace coordinamento e un'opportunità di tempestiva programmazione delle iniziative, oltre a adeguate strutture operative, organizzative e di servizio, capaci di assistere i soggetti che operano sul territorio, rendendone ancora più incisiva l'attività di diffusione della cultura scientifica.
La Città della Scienza non va insomma intesa come una cittadella arroccata e fortificata, ma come un potente motore capace di trasmettere impulsi e stimoli ben oltre il perimetro delle proprie mura, coinvolgendo, mobilitando e assistendo tutti coloro che intendono concorrere a un progetto di grande rilievo civile quale è quello di avvicinare i cittadini alla cultura scientifica, rendendoli pienamente consapevoli delle implicazioni conoscitive, economico-produttive e sociali della ricerca.

2.2 - Lo scenario internazionale


Centri di divulgazione scientifica di grande importanza esistono nelle grandi capitali europee spesso da molti decenni. Tanto per fare un esempio, si può ricordare che l'avvio delle iniziative che portarono all'inaugurazione dello Science Museum di Londra risalgono addirittura agli anni Settanta del secolo scorso, che il Deutsches Museum di Monaco di Baviera fu fondato nel 1903 e aperto al pubblico nel 1914, mentre il Palais de la Decouverte a Parigi fu inaugurato nel 1937 e l'Exploratorium di S. Francisco funziona a pieno regime dal 1969.
Altri centri, anche di dimensioni e importanza non comparabili -come Poitiers, Manchester, o Helsinki, dispongono di strutture di questo tipo che sono solitamente denominate come "Musei" o "Città della Scienza". Significativo è poi il fatto che tutte queste strutture siano state realizzate in città e in contesti culturali che già godevano di grandi Musei di Storia Naturale con tradizioni addirittura bicentenarie

2.3 - Lo scenario romano


Da molti anni sono in atto dei tentativi per colmare questa lacuna, tra i quali ha assunto particolare rilievo, nell'ultimo decennio, il progetto di MUSIS, sostenuto dall'Università di Roma "La Sapienza" e dalla Provincia di Roma. Tale progetto si è configurato inizialmente come il tentativo di creare un grande Museo della Scienza, di modello e di dimensioni paragonabili a quelli già presenti sulla scena internazionale, sulla base di diverse ipotesi in ordine alla sua localizzazione ed ai suoi contenuti. Successivamente, è prevalsa l'idea di costruire un museo "multipolare", consistente nell'individuazione di un certo numero di "poli", distribuiti in sedi diverse, a formare un sistema organico, integrato in una rete efficiente.
Roma è ricca di piccoli e medi musei scientifici distribuiti più o meno uniformemente nel tessuto urbano. Si consideri, nel campo della storia naturale, il complesso dei Musei della Università La Sapienza. Queste strutture, legate ai dipartimenti scientifici della Facoltà di Scienze, sono attive prevalentemente nei campi della ricerca e della conservazione, mentre in ambito educativo operano soltanto nel campo della didattica universitaria e conservano, nel loro insieme, un patrimonio di raccolte scientifiche di entità paragonabile a quello tipico di un grande museo di storia naturale europeo.
Altri Musei, invece, operano attivamente in città, sono aperti al pubblico e possono così svolgere pienamente la loro missione. Si tratta del Museo etnografico L. Pigorini (statale) e del Museo Civico di Zoologia. Entrambe le strutture sono di grandi dimensioni, sono ricchissime di raccolte scientifiche (si ricordano i cinque milioni di esemplari conservati nel Museo di Zoologia) e sono strettamente monodisciplinari.
Al di fuori della Storia naturale esistono poi altre istituzioni (Università, Enti di Ricerca, Scuole, Ospedali, imprese, ecc) che conservano un preziosissimo patrimonio di beni culturali tecnico-scientifici e industriali di notevole interesse ma scarsamente fruibili.
Altre, infine, sono strutture che stanno prendendo corpo proprio in questi ultimi tempi con progettualità ormai definite e con finanziamenti assegnati.
Lo scenario cittadino complessivo in cui Musis si è trovato ad operare è, come risulta evidente, eterogeneo e caratterizzato da una estrema frammentazione e nel contempo da una forte didamicità (peraltro generata anche da Musis stesso).
Lo scenario complessivo della gertione della cultura scientifica a Roma è comunque in forte evoluzione con fermenti propositivi ed attuativi evidenti anche nella stessa organizzazione della Amministrazione Comunale che ha potenziato uno specifico Ufficio Cultura scientifica.

2.4 - Il superamento del dibattito "unitarietà vs multipolarità"


Questo tipo di dibattito nasce, nella situazione romana, dall'esistenza di un importante patrimonio storico scientifico e riguarda in particolare il rapporto tra l'istituendo Museo e le collezioni dei musei già esistenti.
Tale rapporto, di fatto, può basarsi sia sull'ipotesi di una parziale o totale presentazione delle collezioni nella Città della Scienza, sia sull'ipotesi della loro valorizzazione mantenendole nelle rispettive sedi esistenti..
A favore della loro presentazione negli spazi nei quali si svilupperanno gli exhibits interattivi, le esposizioni temporanee e permanenti, e i servizi della nuova città della scienza, operano varie ragioni.
Anzitutto, una ragione squisitamente culturale, dato che consentirebbe di presentare gli aspetti più avanzati e sofisticati della ricerca tecnico-scientifica contemporanea in una prospettiva di sviluppo storico delle scienze e delle tecniche
In secondo luogo, la possibilità di arricchire l'offerta espositiva di un cospicuo potenziale di attrazione, dato che le collezioni tecnico-scientifiche e industriali di Roma sono composte da reperti poco conosciuti ma spettacolari e di notevole impatto sul grande pubblico (compreso quello vastissimo dei turisti) che sostanzialmente le ignora.
In terzo luogo, l'opportunità di depositare queste collezioni in una sede idonea per la loro conservazione, cogliendo l'occasione del loro trasferimento e nuovo ordinamento museografico per redigere inventari, cataloghi, effettuare campagne di restauro e di ricerca senza le quali questo patrimonio corre rischi elevatissimi di dispersione e di distruzione.
Si otterrebbe insomma un significativo aumento della "massa critica" dell'istituendo museo o città della scienza, una valorizzazione e visibilizzazione senza precedenti dell'ingente patrimonio storico-scientifico romano e anche una fondamentale caratterizzazione del progetto di Roma rispetto ai modelli di città della scienza realizzati in altri centri del mondo.
A favore della seconda ipotesi , quella della valorizzazione, operano oggettive difficoltà, tuttavia si ritiene che esista la concreta possibilità di sviluppare un progetto nel quale la valorizzazione del patrimonio storico-scientifico costituisca un aspetto importante dell'obiettivo da centrare. In questo caso, La Città della Scienza si dispiegherebbe nell'area selezionata senza il corredo delle collezioni storiche e delle collezioni di ricerca, ma queste ultime dovrebbero essere contestualmente oggetto di un ambizioso progetto di valorizzazione ed esposizione al pubblico sia nelle diverse sedi storiche, magari riassumendo, aggiornando e soprattutto realizzando concretamente la strategia della rete "multipolare" concepita da MUSIS.
La Commissione Scientifica, ha stabilito quindi:
- di superare Il dilemma tra i modelli del museo decentrato e "multipolare" e un unitario "Museo o Città della Scienza" individuando una soluzione che combini gli aspetti positivi delle due strategie,
- di tenere in massimo conto i progetti già avviati o in corso di realizzazione, ipotizzando un futuro maggiore coinvolgimento,
- di prevedere una robusta funzione di rete per la valorizzazione dei patrimoni scientifici esistenti,
- di creare un apparato comunicativo ed espositivo su tematiche complementari a quelle esistenti o comunque in ambiti di maggiore integrazione.


Questo insieme di considerazioni ha indotto la Commissione Scientifica a perseguire un progetto unitario e ben definito per una grande sistema "Città della Scienza" che dovrà essere formato da:
- un Museo della Scienza che operi in maniera complementare all'esistente, che agisca su un tessuto concettuale svolto su sei precisi temi (elencati nel successivo punti 3.1 - 3.6) suscettibili di integrazioni.
- una serie di strutture funzionali e centri di servizio integrativi collocati sia nello spazio della Città della Scienza sia in altre localizzazioni urbane,
- un sistema globale di rete della museologia scientifica cittadina che, senza alcuna pretesa di voler interferire con le specifiche proprietà e afferenze, colleghi virtualmente tutte le strutture cittadine e ne ottimizzi l'uso culturale e la possibile fruibilità.

2.5 - I modelli di riferimento

Esiste sulla scena internazionale una molteplicità di esempi significativi di musei e/o città della Scienza. Questi modelli, la loro evoluzione e la loro capacità di attirare oggi l'interesse del pubblico più vasto andranno analizzati attentamente dal consulente, con particolare attenzione alle principali dinamiche di sviluppo.
Queste strutture dispongono quasi sempre di sedi di notevoli dimensioni, solitamente caratterizzate da un segno architettonico rilevante e di grande impatto. Esse presentano una serie di exhibits destinati a favorire la comprensione da parte del pubblico non specialista dei principi teorici delle scienze e delle applicazioni più avanzate e sofisticate.
L'interattività, cioè la partecipazione diretta del pubblico al processo di osservazione e di scoperta, ne costituisce l'aspetto comune fortemente caratterizzante. L' interattività, come strumento privilegiato per favorire la comprensione da parte del pubblico più vasto del complesso mondo delle scienze e delle tecniche, è stata già nel 1963 fondante per l'Exploratorium di S. Francisco, istituzione che ancora oggi meglio ne interpreta, con continui aggiornamenti, lo spirito e il metodo. La pedagogia che caratterizza gli allestimenti di questi science centers è quella dell'apprendere giocando e manipolando (hands on). Più recentemente queste strutture, che presentano a scala internazionale variazioni tipologiche spesso non particolarmente significative (chi ne abbia visitati molti avrà osservato il frequente riproporsi dei medesimi exhibits) sono venute perseguendo un collegamento sempre più diretto e tempestivo con i prodotti dell'innovazione tecnologica e industriale (spesso gli exhibits sono addirittura dei "promo" di aziende nazionali e/o multinazionali attive nell'hi-tech, ciò anche in conseguenza della necessità di ridurre i costi di realizzazione delle strutture espositive, utilizzando le risorse di sponsors privati).
Negli ultimi anni, infine, le tecnologie multimediali hanno trovato sempre più largo impiego in questi centri, in integrazione o in alternativa agli exhibits tradizionali, oppure per favorirne il funzionamento automatico, mediante il ricorso a sistemi elettronici che ne consentano la libera programmazione da parte degli utenti.
Gran parte di questi centri ha riscosso e tuttora riscuote un cospicuo successo di pubblico, mentre ad essi viene generalmente riconosciuta una funzione fondamentale nei processi di trasferimento al grande pubblico dei temi di frontiera della scienza e della tecnica.
Va tuttavia evidenziato che la ricerca della dimostrazione hands on ad ogni costo va non di rado a danno di una comprensione anche elementare dei princìpi in gioco in questo o quell'exhibits. Si potrebbe insomma affermare che non sempre l'hands on implica anche un mind on e che la giocosa osservazione degli effetti senza un almeno minimo coinvolgimento intellettuale circa i meccanismi causali e i princìpi in base ai quali essi operano produce esiti formativi limitati. Voci sempre più autorevoli sono venute denunciando negli ultimi anni la povertà o l'insufficienza educativa di molte di queste strutture. Vi si trovano i risultati e i prodotti della ricerca, i quali possono essere visti nella loro estrema e tranquillizzante schematicità e, soprattutto, possono essere liberamente manipolati, ma non vi si percepisce appieno la complessità e la dimensione culturale della ricerca scientifica e tecnologica.
In Italia, nell'ultimo decennio, sono stati compiuti notevoli sforzi, in alcuni centri importanti, per superare, progettando strutture di questo tipo, il ritardo che il nostro Paese registra rispetto ai principali partners internazionali. Si sta delineando un asse di museologia scientifica nazionale che oltre ai pochi grandi e noti Musei di Storia Naturale delle principali città del Nord vede importanti strutture di scienza e tecnica ormai consolidate a Milano, Firenze e Napoli
Oltre ai progetti e agli sforzi concepiti a Roma da MUSIS, esperienze orientate a realizzare obiettivi simili (ma che non hanno ancora raggiunto un concreto radicamento) sono state compiute a Genova (col grande successo di pubblico registrato dall'Acquario), a Trieste (Immaginario Scientifico) e a Torino (Experimenta). Recentemente, l'Università di Catania, d'intesa con l'Università di Lecce, ha lanciato un ambizioso progetto di Città della Scienza. Fermenti e prime progettualità in questa direzione si registrano anche a Padova (per iniziativa dell'Università) e a Firenze (per iniziativa dell'Istituto e Museo di Storia della Scienza e del Comune).


2.6 - Il progetto di Roma
Il quadro complessivo e le osservazioni sopra schematicamente presentate andranno tenute massimamente presenti nel processo di elaborazione del progetto della Città della Scienza a Roma. E ciò soprattutto al fine di conseguire un duplice obiettivo:
a) produrre un impianto dotato di "massa critica" comparabile a quella delle realizzazioni meglio riuscite già funzionanti sulla scena internazionale;
b) conferire una caratterizzazione peculiare all'iniziativa romana rispetto ai modelli più largamente adottati.

2.7 - Caratterizzazioni irrinunciabili dell'iniziativa romana

La caratterizzazione dell'iniziativa romana rispetto ai normotipi di Science Center diffusi su scala internazionale rappresenta un'esigenza fondamentale e un'indispensabile carattere di identità.
In relazione alla peculiarità e all'originalità del progetto romano, la Città della Scienza di Roma dovrà esser concepito, svolgersi ed operare nell'ambito dei seguenti otto punti irrinunciabili:


2.7.1 - Deve perseguire l'obiettivo non solo dell'informazione tecnico scientifica, ma soprattutto quello della diffusione della cultura scientifica e tecnologica, e, secondo una terminologia anglosassone, quello della "comprensione della scienza e della tecnologia".
Deve essere, quindi, un luogo sia della memoria e della storia sia del mutamento e dell'evoluzione.
Non è perciò né un museo in senso tradizionale, né un insieme di vetrine tecnologiche.
Deve realizzare un equilibrio tra memoria e mutamento, ispirandosi ad una visione culturale della scienza e della tecnologia, e deve avere, dunque, in modo chiaro una dimensione storica e critica.
Deve contribuire, in ultima analisi a reinserire, la scienza e la tecnica nella cultura e la cultura nella scienza e nella tecnica

2.7.2 - Il progetto deve tenere conto che siamo, e rimarremo nel medio termine, in una società caratterizzata da un forte tasso di innovazione. La Città della Scienza deve essere concepita , sia sul piano della forma sia su quello dei contenuti, perseguendo un equilibrio tra strutture e infrastrutture, tra magazzini, laboratori e spazi espositivi capace di garantire un elevato grado di flessibilità e di adattabilità.
Deve essere concepita, in altri termini, in una prospettiva di adattabilità a esigenze variabili nel tempo.
2.7.3 - Il progetto deve tener conto che evolviamo verso una società in cui i modi di memorizzazione e di trasmissione dei saperi muteranno radicalmente in conseguenza della utilizzazione delle nuove tecnologie della comunicazione e dell'informazione.
La Città della Scienza opererà in questo nuovo contesto e dunque dovrà venire impostata tenendo conto, fin dalla concezione, dell'esigenza di utilizzare nuovi linguaggi. A tal fine occorre, da un canto, dotare la struttura di laboratori di sperimentazione delle nuove tecnologie e dei nuovi linguaggi, che saranno continuamente aggiornati.
Di conseguenza la Città della Scienza di Roma deve configurarsi non come una struttura statica, ma come uno spazio dinamico in continuo movimento.
D'altro canto occorrerà prevedere l'utilizzazione diffusa di quanto la multimedialità e le reti già oggi offrono, sia sul piano dell'integrazione dei linguaggi sia su quello del collegamento con le banche di dati e di conoscenze.
Occorrerà prevedere, infine, lo sviluppo del dialogo con l'utenza remota con particolare attenzione al mondo della scuola.
2.7.4 - La Città della Scienza deve inserirsi nella realtà di Roma e deve divenire parte di un ambiente che conserva una memoria eccezionale ed unica delle tecniche della costruzione.
Alla dimensione artistica di questa memoria la Città della Scienza puo' aggiungere una dimensione scientifica e tecnica. E ciò è in linea con quanto ha, per sua parte, deciso di perseguire la Sovraintendenza Comunale ai Beni Culturali di Roma nel Museo della Civiltà Romana.
Si tratta, nel progetto, di definire forme e modi di una azione specifica in questo campo, in un quadro di cooperazione e complementarietà con la Sovraintendenza Comunale.
E' evidente che per questa via si può stabilire un'interazione culturale profonda con la città e con la sua storia e si può dare alla Città della Scienza un segno forte dl specificità enfatizzandone, in particolare gli aspetti legati alla scienza delle costruzioni.
2.7.5 - Roma dispone di un grande patrimonio scientifico e tecnologico, che non è conservato solo nei Musei Universitari e nei musei comunali, e dispone anche di un grande patrimonio di esperienze accumulato in tanti anni di attività da Musis. Il progetto deve consentire che la Città della Scienza possa espletare la funzione di favorire la "messa in rete" di questo patrimonio attraverso una funzione catalizzatrice di iniziative e programmi comuni di diffusione della cultura scientifica, attrezzandosi con infrastrutture comuni di servizio. Deve essere anche il centro di quella rete, diffusa nella città, di luoghi in cui è conservato il patrimonio scientifico e tecnico e si svolgono attività connesse alla loro fruizione. 2.7.6 - La Città della Scienza riconosce nella memoria storica non soltanto la chiave della valorizzazione di un glorioso passato culturale di cui a Roma sono presenti fondamentali testimonianze nei musei universitari (e non solo) ma anche il significato sinergico della storia per una critica consapevolezza del presente e dei profondi cambiamenti a cui la società presente è soggetta.

2.7.7 - La Città della Scienza di Roma dovrà caratterizzarsi quale luogo internazionale di scambio civile di esperienze culturali specifiche e fra esse differenti.
In tal senso potrà rappresentare un punto di snodo per iniziative afferenti all'evolversi del pensiero scientifico e alle nuove frontiere dell'innovazione ad esso connesse, in stretto rapporto con i mutamenti sociali che tale processo innesca e produce.


2.7.8 - Affinchè questo orientamento possa dispiegarsi in pieno è indispensabile garantire l'universalità dell'accesso alla struttura, con particolare attenzione, nel corso della progettazione, alla parità di fruizione da parte di ogni tipo di pubblico.
Tale intenzione dovrà esprimersi sia nella assenza di qualsivoglia barriera architettonica o comunicativa sia escludendo linee differenziali di fruizione dell'offerta culturale che possano discriminare alcune tra le molteplici categorie di fruitori.


2.8 - Caratterizzazioni possibili
Un ulteriore elemento di forte caratterizzazione sarebbe rappresentato dalla possibilità, alla quale si è in precedenza accennato, di dedicare congrui spazi, nel perimetro stesso della Città della Scienza, all'esposizione dello straordinario patrimonio scientifico, tecnico e industriale conservato da una molteplicità di soggetti nell'area romana. Ove ciò fosse praticabile, l'istituenda struttura romana assumerebbe una forte caratterizzazione tipologica rispetto alla grande maggioranza dei science centers attivi sul piano internazionale. E tanto di più se si riuscirà a sviluppare un'ambiziosa e qualificata politica di servizi, di offerta espositiva, di originali metodi didattici idonei per presentare in maniera vivace e non accademica al grande pubblico reperti straordinari, largamente ignoti ma pieni di suggestioni e di significato. Si produrrebbe, inoltre, il grande vantaggio di poter più facilmente mettere in evidenza, attraverso la presentazione dell'evoluzione storica delle scienze e delle tecniche, la dimensione e le implicazioni squisitamente culturali dell'attività scientifica, un aspetto che resta quasi sempre completamente in ombra nei science centers, con la conseguenza che queste strutture finiscono per ghettizzare le scienze e le tecniche in una dimensione puramente strumentale, contribuendo così a radicare ulteriormente il concetto popolare di una loro separatezza fondamentale, o quanto meno irriducibile distinzione, rispetto all'universo delle attività culturali vere e proprie.
Un altro obiettivo caratterizzante da perseguire con tenacia è quello di spostare l'enfasi dalla mera riproducibilità da parte dei visitatori degli effetti più meravigliosi e dei fenomeni più strabilianti mediante la manipolazione diretta degli exhibits (hands on), alla comprensione dei processi euristici e delle implicazioni epistemologiche e culturali (nel senso più lato) dei percorsi di scoperta e di definizione delle teorie scientifiche.
Ciò non significa affatto abbandonare la strategia così fortunata dell'approccio interattivo, ma preoccuparsi di mostrare la complessiva problematicità e la frequente non linearità dei processi di scoperta, contribuendo a sviluppare il senso critico del visitatore e stimolandolo quindi ad atteggiarsi hands and mind on. Lo scopo perseguito dovrà essere non solo o non tanto quello di sbalordire con la presentazione dei risultati più avanzati conseguiti dalla ricerca scientifica e tecnologica, ma piuttosto di generare nel visitatore un'idea della complessità di questo settore dell'attività umana, della sua dimensione squisitamente culturale, magari fornendogli, ove se ne presenti l'opportunità, l'occasione per cogliere la portata delle implicazioni economiche e sociali che ne conseguono.
A corollario di quanto già richiesto nel precedente punto 2.8.4, per caratterizzare ulteriormente l'istituenda Città della Scienza e per dotarla di una fisionomia integrata con l'aspetto che la città presenta nel suo complesso e la funzione che ad essa viene assegnata nell'immaginario collettivo (quella di uno dei centri più importanti in assoluto per le testimonianze chiaramente impresse nella sua stessa struttura fisica di fasi e momenti straordinari dell'evoluzione della civiltà occidentale) si dovrà tendere ad utilizzare i metodi, le tecniche espositive e gli strumenti tipici (hands on, exhibits, multimedialità, ecc.) delle città e dei musei della scienza, per presentare ai visitatori in maniera vivace ed efficace gli aspetti fondamentali della storia di Roma, degli impianti (ad es., gli acquedotti, le strade, l'organizzazione militare e agricola, ecc.) e degli edifici straordinari e tecnicamente ardimentosissimi (Pantheon, Colosseo, S. Pietro, ecc.). Lo stesso può essere fatto per la presentazione dell'ambiente naturale della Roma di altre epoche, delle tradizioni artigianali, delle abitudini alimentari, ecc.
La sezione della Città della Scienza dedicata a queste tematiche - se convenientemente ideata e realizzata (si pensi alle opportunità che offrono in questo senso le capacità e l'ingegnosità degli artigiani dell'industria cinematografica) - conferirà a questa struttura un'identità assolutamente originale. Costituirà, inoltre, un ulteriore strumento per collegare il nuovo plesso museale con l'immagine complessiva della città, oltre che l'occasione per stabilire un circuito virtuoso tra tradizione e contemporaneità, tra scienza e tecnica, da un lato, e cultura e organizzazione della società, dall'altro.

3. I CONTENUTI FONDAMENTALI DELLA CITTÀ DELLA SCIENZA DI ROMA

Si può fin da ora considerare come indispensabile l'allestimento di un certo numero di aree dedicate alla presentazione degli sviluppi di settori di punta della ricerca scientifica e tecnologica, con particolare attenzione al fenomeno sempre più invasivo delle tecno-scienze.
Conviene ribadire che con queste prime indicazioni non si intende fornire un'elencazione esaustiva (a molti altri temi fondamentali dovrà, infatti, dedicare attenzione la Città della Scienza), ma piuttosto delineare una serie di aree espositive già da sole capaci di costituire una "massa critica" sufficiente ad attrarre (con gli altri servizi descritti in questo documento) una notevolissima quantità di pubblico. Converrà anche sottolineare che ogni esposizione su tematiche di questo tipo, che registrano un continuo impetuoso progresso nella ricerca e nelle applicazioni, richiede, per non diventare rapidamente obsoleta, continui interventi di aggiornamento. Si tratterà, in sostanza, di concepire queste aree come cantieri continuamente in progress. Anche per questo è necessario il forte collegamento permanente della nuova struttura romana con i centri di eccellenza della ricerca, i quali possano garantire il tempestivo trasferimento al pubblico più vasto degli avanzamenti via via conseguiti. Nello stesso tempo è necessario ricercare e favorire una adeguata complementarietà con la realtà industriale romana.A titolo esemplificativo vengono qui di seguito riportati alcuni grandi temi d'elezione per la Città della Scienza di Roma.

3.1 - SCIENZA E TECNOLOGIA DELLO SPAZIO

Andranno sicuramente illustrate le tematiche dello spazio, da un lato, con la presentazione degli strumenti, metodi e finalità dell'esplorazione del cosmo e con la prospettazione delle ricadute conoscitive e materiali per l'umanità; e, dall'altro, con la sottolineatura della utilizzazione dello spazio per le grandi reti di telecomunicazioni, un ambito sul quale pare opportuno sottolineare le molteplici e fondamentali implicazioni sul piano economico e civile.

3.2 - SCIENZA E TECNOLOGIA DELLA STRUTTURA DELLA MATERIA

Un settore che dovrà essere oggetto di una qualificata offerta espositiva è rappresentato dalle problematiche legate alla conoscenza della struttura della materia e delle leggi che la dominano. Queste discipline, da una parte, hanno rivoluzionato il nostro modo di concepire la natura e la stessa evoluzione dell'universo e, dall'altra, hanno modificato profondamente la nostra vita di ogni giorno, le altre discipline e la tecnologia.
Ogni stadio della penetrazione nel cuore della materia ha aperto universi inaspettati ed ha prodotto una varieta' di applicazioni pratiche e di nuovi materiali:
- livello cristallino: supercondutivita', micro-elettronica, laser,
- livello atomico e molecolare: raggi X, chimica sintetica, biochimica,
- livello nucleare: evoluzione stellare, diagnostica e terapie avanzate, energia da fissione e fusione, controlli non distruttivi, analisi elementare,
- livello dei quark: evoluzione dell'universo, processi cosmici.
Sarà opportuno enfatizzare che sono stati realizzati mezzi d'indagine estremamente complessi che hanno imposto la collaborazione dell'intera comunita' scientifica mondiale, accelerando il progresso tecnologico e che queste conoscenze si conquistano mediante un continuo dibattito ed esame critico, definendo con grande cura i limiti delle conoscenze certe e dei campi ancora aperti.

3.3 - SCIENZA E TECNOLOGIA DELL'AMBIENTE E BIODIVERSITA'

Vanno qui considerati i grandi temi relativi alla formazione, alla struttura e al funzionamento degli ecosistemi, analizzando poi le azioni di disturbo arrecate dallo sviluppo della civiltà tecnologica e i mezzi tecnici e i modelli di sviluppo ottimali per il loro mantenimento.
La trattazione delle componenti abiotiche e biotiche dell'ambiente e dei loro livelli di organizzazione, continuerà con i cicli energetici e geobiochimici per culminare ad un livello ecosistemico di massima integrazione.
Un settore espositivo che caratterizzerà fortemente la struttura romana sarà dedicato alle problematiche relative ai meccanismi di formazione ed al mantenimento della biodiversità globale del pianeta. Problemi di così forte contingenza, legati al mantenimento della vita stessa sulla terra e così fortemente interconnessi con lo sviluppo della civiltà saranno affrontati nel loro divenire storico-evolutivo e saranno strettamente correlati alle attuali dinamiche economiche.

3.4 - BIOLOGIA MOLECOLARE E BIOTECNOLOGIE

Un altro ambiente espositivo importante sarà dedicato alle ricerche di punta che si stanno svolgendo nella biologia molecolare, con le molteplici polarità applicative che ne derivano. L'obiettivo dovrà essere la presentazione dei fondamenti e delle applicazioni della genetica molecolare, della biochimica e delle tecniche di ingegneria genetica e cellulare nella ricerca di base biologica e medica, nella comprensione del processo evolutivo, nonché a livello di ricadute innovative sul piano delle strategie sanitarie e della produzione industriale farmaceutica e agro-alimentare. Si tratterà di mostrare come l'organizzazione dinamica dei processi evolutivi e dello sviluppo viene definita e studiata mediante i concetti e gli strumenti tecnici messi a punto dalla ricerca biomolecolare e cellulare.
Le nuove conoscenze e le tecniche, in particolare quelle che emergono dalle mappature e dal sequenziamento del genoma umano e dagli studi sull'espressione e funzione genica, stanno inoltre cambiando il quadro di riferimento dell'indagine fisiopatologia e della pratica medica, spostando a livello dei geni, del loro controllo e dei meccanismi di comunicazione intra- e intercellulare la definizione e la spiegazione causale delle malattie, e indirizzando anche la diagnosi e le terapie verso i livelli cellulare e genetico.
Non meno rilevanti sono le ricadute che stanno avendo le biotecnologie per processi produttivi farmaceutici e agro-alimentari, dove le tecnologie del Dna ricombinante e di costruzione di organismi geneticamente modificati (trangenici) hanno rivoluzionato la preparazione di farmaci e vaccini, ma soprattutto trovato vasta diffusione in agricoltura e zootecnia. Un'attenzione particolare andrà dedicata all'analisi delle istanze di natura etica, sociale e legale che vengono sollevate dalla possibilità di conoscere e modificare il patrimonio genetico umano, e di commercializzare le biotecnologie e i prodotti che scaturiscono dalle loro applicazioni:

3.5 - SCIENZE COGNITIVE E TECNOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE


Dovrà essere predisposta un'adeguata presentazione delle neuroscienze, collegando la loro trattazione anche agli sviluppi della ricerca sull'intelligenza artificiale.
I basilari meccanismi cerebrali, a tutti i livelli di organizzazione, comportamento, sistema sensoriale, circuiti neuronali, cellule nervose e molecole, sono i temi che introducono ad un più ampio scenario che, procedendo dalla fisica della mente, porti poi ai modelli della conoscenza e che arrivi attraverso l'informatica e l'elettronica sino al mondo dell'ingegneria delle comunicazioni e dell'informazione.
Converrà centrare l'argomento sulla capacità di elaborazione della mente e sulla situazione che si sta creando con il progressivo decollo delle tecnologie della comunicazione.
Sarebbe opportuno chiarire che gli imput che pervengono al cervello sono una minima parte delle capacità di rielaborazione della mente (dalla percezione alla memoria), che il cervello/mente è dotato di euristiche che, in linea di massima ci adattano a diverse situazioni e richieste ambientali ma che queste, in alcune situazioni o nei casi di informazione ambigua, possono portare a errori. Bisogna quindi sviluppare una logica e controlli che ci assistano nelle nostre decisioni: in altre parole apprendere a pensare e ad imparare.
Un ulteriore punto da sviluppare sarà quello relativo ai pregi e problemi posti dal virtuale: questo tema tocca vari aspetti della formazione della mente infantile, dei rapporti tra concreto e astratto, empirico e teorico ed è importante nell'ambito dell'utilizzo scolastico delle tecnologie della comunicazione.

3.6 - SCIENZA E TECNICA A ROMA

Dovranno essere presentati ai visitatori, in maniera vivace ed efficace, gli aspetti fondamentali della storia di Roma, degli impianti (ad es., gli acquedotti, le strade, l'organizzazione militare e agricola, ecc.) e degli edifici straordinari e tecnicamente ardimentosissimi (Pantheon, Colosseo, S. Pietro, ecc.) che hanno caratterizzato in passato l'inaudito sviluppo della civiltà romana e garantito il protratto mantenersi di questa città a livello di metropoli e di centro culturale e spirituale di riferimento per il mondo intero. Questi temi si prestano, infatti, tutti straordinariamente a una trattazione fondata sulla partecipazione diretta del pubblico alla scoperta, alla manipolazione e ricostruzione. Essi aiutano inoltre a capire ciò che non si capisce visitando un'area archeologica: come funzionavano gli acquedotti, come si alimentavano le terme, come si costruivano cupole o archi in muratura, oppure quale formidabile struttura, possente ma leggera, è la combinazione di archi della quale consiste il Colosseo.

4. STRUTTURE FUNZIONALI E CENTRI DI SERVIZIO DELLA CITTÀ DELLA SCIENZA

Lasciando al Consulente la definizione e la fattibilità per la progettazione dei moduli espositivi della Città della Scienza, in questa sede vengono indicate alcune delle sezioni fondamentali del Sistema Città della Scienza delle quali dovrà dotarsi (di alcune fin dall'inizio, di altre gradualmente), per poter presentare al notevole pubblico potenzialmente interessato (locale, nazionale e auspicabilmente anche internazionale) un pacchetto di offerte di notevole suggestione e richiamo.
Si fa qui riferimento ad alcune articolazioni strutturali e ad alcune facilities museali capaci di qualificare e di potenziare la funzionalità e l'efficacia della struttura. Si precisa che l'ordine seguito nell'elencazione non va inteso come una successione secondo il grado di importanza e che, ove venga ritenuto opportuno, la localizzazione di alcune strutture di servizio potranno essere diverse da quella del Museo.
Si precisa infine che alcune di queste strutture, come ad esempio le Officine e la Facility di conservazione potranno essere realizzate anche al di fuori dell'area della Città della Scienza.

4.1 - Teatro Imax.
In Italia non esiste neppure un esempio di questo tipo di teatri, nei quali si proiettano pellicole di soggetto tecnico-scientifico realizzate su pellicole a 70 mm e proiettate grazie a un sistema molto sofisticato su enormi schermi parabolici che non possono essere interamente dominati dalla visuale del visitatore, che viene letteralmente "schiacciato" dagli effetti di immagini suggestive e debordanti e da un sonoro invasivo e tambureggiante. Esistono oggi nel mondo oltre 130 teatri Imax che formano un circuito solitamente assai apprezzato dal pubblico nel quale vengono proiettati film-documentari appositamente prodotti per questi spazi (va detto che la qualità di questi prodotti non è costante). La realizzazione di un teatro Imax, è sicuramente impegnativa sul piano finanziario ma pare difficile immaginare di poterne fare a meno in un progetto di questo tipo.

4.2 - Teatro - auditorium

Un congruo spazio per tutte le attività della Scienza della comunicazione (eventi teatrali, concerti, seminari, stages etc.)

4.3 - Officine e laboratori

Officine di progettazione, costruzione e manutenzione degli exhibits. Per realizzare materialmente gli exhibits, per garantirne l'efficienza con una continua manutenzione, per aggiornarli e perfezionarli, per realizzare gli elementi espositivi delle mostre temporanee (interne e da itinerare), per derivarne kits vendibili e/o noleggiabili, occorre disporre di un dipartimento produttivo, formato da tecnici duttili e capaci di lavorare i materiali più diversi. Se il laboratorio risulterà efficientemente organizzato e dotato di buone competenze, potrà produrre exhibits, materiali e mostre itineranti non solo per la Città della Scienza di Roma, ma per altri centri, scuole, associazioni, ecc. sull'intero territorio nazionale; e, se la produzione avrà elevata qualità di ideazione e di fabbricazione, anche sul mercato internazionale, dove è già presente l'offerta di questo tipo di forniture e servizi da parte di alcuni grandi science centers (ad es., la cité des Sciences et de l'Industrie di Parigi e l'Exploratorium di S. Francisco).
È fondamentale che nell'officina si verifichi l'integrazione piena tra le competenze dell'ideazione e della progettazione museografica, da un lato, e quelle della realizzazione materiale, dall'altro.

4.4 - Facility di conservazione.

La conservazione ottimale di ogni tipo di materiale di origine biotica o abiotica presuppone la realizzazione di appositi spazi a clima controllato. Luce, temperatura, umidità costituiscono vincoli fondamentali alla durata nel tempo di collezioni scientifiche che, in grandissima percentuale, sono estremamente deperibili. Le collezioni organiche storiche, in particolare, non vanno considerate soltanto come importanti "reliquie" del passato da conservare tout court, ma sono esse stesse strumenti fondamentali per la ricerca attuale che vanno movimentate e gestite con facilità ed in massima sicurezza. La recente sperimentazione sui più opportuni metodi per la conservazione di tali patrimoni scientifici ha portato grandi città sia europee sia americane alla realizzazione di spazi sotterranei a clima controllato, nei quali l'ottimale gestione delle collezioni è unita alla prevenzione di eventi distruttivi naturali e umani.

4.5 - Centro didattico e di animazione.

La disponibilità di personale capace di attuare una didattica viva ed efficace e di animare la visita è fondamentale in una struttura che vedrà i ragazzi come visitatori abituali e che dovrà produrre continuamente, accanto alle esposizioni a carattere permanente, mostre temporanee. Questo personale va formato e sottoposto ad aggiornamento continuo. Il centro didattico può avere una grande funzione (e costituire una significativa struttura di autofinanziamento) nel compito di garantire la formazione e l'aggiornamento degli insegnanti di materie non solo scientifiche delle scuole di ogni ordine e grado, a scala locale, regionale e nazionale. In questo senso, il Centro va interfacciato organicamente con le autorità scolastiche di bacino e col Ministero della Pubblica Istruzione.

4.6 - Orto e arboreto sperimentali.

Negli spazi aperti, un terreno di sufficiente estensione (con serre e piccoli spazi coperti) andrà dedicato alla presentazione delle fondamentali tecniche e princìpi della coltivazione (semina, riproduzione, innesto, ecc.). Alcuni piccoli lotti di terreno potrebbero essere noleggiati per determinati periodi a classi scolastiche per attività sperimentali assistite. A questo settore andranno collegate una serie di attività di educazione ambientale (monitoraggio degli effetti dell'inquinamento, piogge acide, ecc.).
Per la realizzazione ed il mantenimento di questo specifico settore dovrà essere prevista una stretta sinergia con L'Orto Botanico.

4.7 - Mediateca, cineteca e centro di educazione alle tecnologie multimediali e alla funzione e uso delle reti.

È necessario formare e rendere accessibile una vasta raccolta di pubblicazioni, su supporto cartaceo e non, sui temi della cultura scientifica e tecnologica, della storia della scienza, dell'interazione scienza-società, ecc. La mediateca sarà inoltre un centro di raccolta, di conservazione e di diffusione di film, documentari, CD ROM, libri, periodici, programmi radiofonici, ecc. Dovrà essere anche un centro di produzione di programmi (filmati, multimedialità, ecc.), testi, dispense, corsi di formazione, anche a distanza, per le diverse esigenze della Città della Scienza, dei suoi partner e clienti. Dovrà anche realizzare e continuamente arricchire il sito Web della Città, sviluppando nel più efficace dei modi il dialogo col pubblico remoto e stimolandone l'interesse.
La Mediateca dovrà periodicamente pubblicare e diffondere il più largamente possibile (anche via rete) una o più pubblicazioni periodiche di illustrazione e promozione delle attività in corso e delle novità.
Alla Mediateca andrà collegata l'area del Museo destinato a presentare gli sviluppi delle tecnologie infotelematiche e di quelle delle telecomunicazioni, nonché le loro molteplici implicazioni economiche e sociali.

4.8 - La scienza dell'arte

Uno spazio speciale dovrebbe essere dedicato alla presentazione dei molteplici livelli di interazione tra le arti, da un lato, e le scienze e le tecniche, dall'altro. Exhibits interattivi e attività di laboratorio dovrebbero in particolare aiutare i visitatori a riconoscere soprattutto le fondamentali componenti tecnico-scientifiche della produzione artistica (come si realizzano i colori, come si "simula" la terza dimensione nella pittura, come si prepara una parete per distendervi un affresco, ecc.) Questa sezione contribuirebbe a rafforzare la caratterizzazione della Città come luogo di presentazione della dimensione pervadente e trasversale delle scienze e delle tecniche, mostrandone la presenza spesso determinante anche nella produzione artistica.

4.9 - Centro associativo e membership.

Il presumibile largo successo di pubblico di una Città della Scienza così concepito suggerisce di cercare di stabilire un legame di tipo associativo con i visitatori. Ciò comporta la definizione di una strategia della bigliettazione che favorisca il frequente ritorno al Museo, durante l'anno, soprattutto da parte dei giovani in età scolare.
Lo sviluppo di un'associazione tra i frequentatori del Museo consentirebbe di coinvolgere molteplici soggetti in alcuni aspetti della gestione (animazione, sorveglianza, assistenza ai soggetti più "deboli", ecc.). Gli associati godrebbero, d'altra parte, di un trattamento privilegiato (ingresso libero e/o con forte riduzione, accesso libero al web-site, pubblicazioni ufficiali gratuite o a costo ridotto, ecc.).
L'associazione potrebbe inoltre organizzare per gli iscritti una serie di iniziative: conferenze su temi di attualità da parte di esperti, visite guidate, viaggi di esplorazione o di interesse naturalistico guidati da esperti anche in altri emisferi, ecc.
L'Associazione dovrebbe anche sviluppare un programma di attività per presentare il Museo e le sue offerte di servizi al di fuori della sua sede naturale, promuovendo proficue "contaminazioni" nei luoghi più frequentati (stazioni, musei d'arte, aeroporti, ecc.).

4.10 - Integrazioni con le strutture scientifiche comunali

La Città della Scienza dovrà essere integrata in modo prioritario con quelle strutture comunali, o a compartecipazione comunale, finalizzate all'avanzamento della cultura scientifica. Queste strutture (alcune delle quali sorte con il contributo di Musis) sono già operanti nel tessuto urbano o sono oggetto di piani di intervento già finanziati o di progettualità definite. Queste strutture, oltre ad essere integrate nella Rete cittadina, dovranno essere potenziate e valorizzate
Ci si riferisce in modo particolare alle seguenti strutture:

4.10.1 - Museo Civico di Zoologia
Struttura di oltre 4000 mq, attiva e regolarmente funzionante, che conserva un ricchissimo patrimonio di raccolte scientifiche zoologiche di proprietà comunale e, in parte, universitaria (E' stato incluso tra i cinque maggiori musei di storia naturale italiani). Molte delle sale espositive sono state di recente riallestite secondo nuovi schemi museologici e concettuali. Grazie ai nuovi allestimenti il Museo è diventato molto popolare in città. Conservazione, ricerca ed educazione sono svolti paritariamente da apposito personale specializzato. Per il Museo di Zoologia esiste un piano globale di trasformazione in "Museo di Scienze della Vita" elaborato da una apposita Commissione Scientifica e fatto proprio dalla Amministrazione Comunale.


4.10.2 - Planetario e Museo delle Scienze planetarie
E' questa una struttura fondamentale, tenuto conto dell'interesse popolare per l'astronomia e delle potenzialità dei planetari di ultima generazione, che combinano proiezione ottica, multimedialità, stereofonia, ecc. Nessun planetario di ultima generazione è in funzione in Italia, dove sono peraltro rare anche le presenze di strumenti più tradizionali. Il nuovo Planetario di Roma si basa su un progetto esecutivo già finanziato, del quale è già stato bandita la gara relativa. La localizzazione è prevista all'interno di spazi del Museo della Civiltà Romana. Presso lo stesso Museo della Civiltà Romana sono previsti spazi per un Museo Astronomico.

4.10.3 - Museo della Matematica
E' di quest'anno l'inaugurazione di un Museo della Matematica realizzato grazie a raccolte e impulso comunali in spazi messi a disposizione dal Dipartimento di Matematica della Università La Sapienza.

4.10.4 - Le raccolte di Arte Sanitaria
Collezione di strumentazioni mediche attualmente conservate presso il Museo di Arte Sanitaria


4.10.5 - La città dei ragazzi.
Nella Rete dei Musei Scientifici cittadini è fondamentale la presenza di uno spazio dedicato specificatamente all'interazione con i ragazzi delle scuole materne ed elementari. Si è consapevoli che a Roma è in fase di attuazione il progetto d
el Museo dei bambini realizzato su terreno comunale. Nella misura del possibile, sarebbe opportuno che tale iniziativa (anche se privata e autonomamente gestita) potesse essere dotata di opportune sinergie e contiguità di contenuti con la Città della Scienza. Le due strutture ne riceverebbero grande vantaggio reciproco.

5 - STRATEGIE DI GESTIONE MUSEALE
Il Consulente dopo aver definito innanzitutto le funzioni e i servizi del Museo, identificherà, in un secondo momento, i relativi bisogni in termini di spazi. Si tratta di identificare funzioni e servizi quali quello finanziario, amministrativo, di gestione e di marketing, di gestione delle collezioni, di informazione e di programmi di orientamento per i visitatori, di laboratorio, di ricerca, sistema di controllo della sicurezza, di riparazione e manutenzione e di altri servizi tecnici
In tal modo il sistema museale ipotizzato si porrà a livello di una istituzione di valore internazionale, e si configurerà anche come un polo capace di stimolare attività culturali ed educative.

5.1 - Conservazione delle collezioni
Il nuovo Museo avrà tra le sue funzioni la funzione espositiva e quella conservativa. La prima implica l'esposizione di oggetti ad agenti naturali quali la luce, l'umidità, la polvere, l'inquinamento che minacciano in qualche modo la loro conservazione. Di conseguenza la strategia espositiva dovrà essere bilanciata da una efficace strategia conservativa. Un programma per la conservazione delle collezioni richiederà adeguate risorse in termini di personale, attrezzature, spazi e ovviamente, disponibilità finanziarie. Il Consulente identificherà pertanto il personale necessario e i criteri operativi utili per le operazioni di controllo e restauro delle collezioni.

5.2 - Gestione delle informazioni
Si ritiene che gli spazi espositivi all'interno del Museo dovranno essere pianificati e gestiti in maniera da permettere la visita senza l'ausilio del personale del Museo. Sarà quindi necessario poter disporre di materiale informativo e di mezzi audiovisivi da fornire ai visitatori all'ingresso del Museo. Questo rappresenterà uno dei servizi-chiave del Servizio informazione del nuovo Museo.
Inoltre allo scopo di aumentare l'interesse e la partecipazione dei giovani nei confronti del nuovo Museo, dovranno essere proposti programmi educativi di eccellenza.

5.3 - Configurazione del nuovo Museo basato su un sistema modulare
Alla luce dei risultato delle analisi settoriali seguite, il Consulente dovrà identificare i criteri da adottare per definire l'assetto architettonico dell'area e proporre la configurazione ottimale del nuovo Museo. Il Consulente dovrà inoltre valutare la possibilità e le eventuali implicazioni di una espansione futura del Museo in aree adiacenti.
Il Consulente dovrà sviluppare lo studio di fattibilità in modo che la configurazione della Città della Scienza sia concepita tenendo conto del legame stretto esistente fra l'area del Museo e le emergenze circostantii
Il Comitato scientifico ha suggerito che il nuovo complesso museale venga realizzato in modo graduale, data l'entità dei finanziamenti necessari. A tal fine verranno individuati gli stralci da realizzare nel tempo.
Il Consulente, pertanto, pianificherà il nuovo complesso museale prevedendo che venga realizzato per lotti funzionali, di cui il primo dovrà garantire gli spazi espositivi, sebbene limitati, per contenere collezioni ed exhibit selezionati, i servizi di informazione, i servizi di amministrazione e di gestione. Ciò permetterà la presentazione del progetto alla comunità di potenziali donatori e finanziatori italiani ed internazionali. Si è altresì convenuto che la definizione dei contenuti culturali di questa prima unità è questione estremamente importante.

6. - DOMANDA POTENZIALE

6.1 - Stima del flusso di visitatori
Il Consulente dovrà stimare il Bacino d'utenza della Città della Scienza, il flusso potenziale di visitatori, secondo età, livello di istruzione, professione, scopo della visita, nazionalità ecc.
Sulla base dei risultanti di questa analisi il Consulente dovrà proporre l'orario di apertura del complesso museale al fine di favorire l'aumento del numero dei visitatori (tanto italiani quanto stranieri) e conseguentemente aumentare il reddito del Museo. Allo stesso tempo, il Consulente dovrà suggerire misure appropriate per ridurre o evitare fenomeni di sovraffollamento nel complesso museale.

7. - DIMENSIONAMENTO E MORFOLOGIA

Perché la duplice esigenza riportata nel punto 2.6, che appare fondamentale per giustificare l'impegno economico e intellettuale richiesto da una prospettiva così ambiziosa possa essere soddisfatta sono necessarie alcune scelte preliminari.
Per quanto attiene alla localizzazione converrà, anzitutto, sottolineare che il successo, la visibilità e la popolarità (in termini di numero di visitatori) dell'istituenda struttura dipenderanno in maniera significativa dalla centralità (anche relativa) della sede prescelta e dall'efficienza e frequenza della rete dei collegamenti (rotaia, gomma, ecc.) tra di essa e i centri pulsanti della vita civile, economica, turistica e culturale di Roma. La relativa centralità della struttura servirà anche ad attenuare i rischi della sua "ghettizzazione" rispetto ai centri direzionali della vita culturale (musei d'arte e plessi archeologici, biblioteche, archivi, ecc.).
Altrettanto importante risulterà la qualità della progettazione architettonica e quella dell'ambiente naturale circostante che saranno oggetto di uno specifico bando di gara istruito sugli esiti di questo studio di fattibilità, nonché la dimensione degli spazi a disposizione, anche tenuto conto che, data la mitezza del clima romano, gli spazi allestiti all'aperto, e/o al parzialmente coperto, dovranno svolgere una funzione rilevante.
Allo stato attuale, ed in forma emblematica, l'Amministrazione Comunale valuta favorevolmente la proposta di localizzare la Città della Scienza nel settore Ostienze- Marconi - San Paolo, oggetto di uno specifico Progetto Urbano in corso di ultimazione, ed in questo quadrante, in particolare, in una parte dell'area di proprietà Italgas posta tra la Via Ostiense ed il Tevere (Gasometro) anche attraverso il riuso di manufatti industriali dismessi presenti nelle vicinanze. Il buon esito della trattativa in corso per l'acquisizione dell'area da parte dell'Amministrazione Comunale, è condizione necessaria affinchè tale proposta ubicativa possa realizzarsi.
Di tale complesso viene allegata in via esemplificativa una scheda descrittiva dello stato dei luoghi. Tale collocazione affianca ai contenuti specifici dell'insediamento proposto la presenza del Tevere e delle sue sponde quale valore aggiunto al profilo complessivo dell'intero progetto.
La localizzazione indicata consente inoltre di puntare alla creazione di un unico sistema culturale che recuperi un esteso insediamento di industrie e servizi dismessi o in via di dismissione comprendendo, oltre alla Città della Scienza, i nuovi spazi dell'Università Roma tre, l'ex Miralanza (complesso Papareschi)) destinata a sede integrativa del Teatro di Roma, la Centrale Montemartini - struttura museale-espositiva ormai consolidata, il complesso dell'ex Mattatoio ed i Mercati generali che verranno presto trasferiti al nuovo Centro Agro Alimentare e si renderanno quindi disponibili per usi culturali e di pubblici servizi.

Dai dati sopra illustrati si ricava che per realizzare un'operazione che risponda a qualificati standard internazionali è necessario poter disporre di alcune decine di migliaia di m2 di superficie utile (e, nel caso di Roma, anche di grandi spazi all'aperto) e cioè:

esposizione servizi conservazione
30.000 mq 20.000 mq 10.000 mq

Si ricava, inoltre, che gli spazi dedicati all'esposizione permanente oscillano da 1/3 a 1/2 della superficie utile complessiva (nel caso del Science Museum di Boston la superficie utile complessiva sta al di sotto di questa media percentuale, ma va considerato che esso dispone di ingenti spazi che vengono quasi su base permanente occupati da esposizioni temporanee).
Naturalmente, non è necessario che superfici coperte (ed esterne attrezzate) di così cospicua estensione risultino interamente disponibili prima che possa essere dato avvio all'attività espositiva. Si potrà, infatti, realizzarle con progressione graduale; ma è necessario aver ben presente fin dall'inizio questa scala delle dimensioni nella scelta dell'area e del modello scientifico e museologico, prefigurando una possibile suddivisione in successivi stralci funzionali compiuti.

8. - ORGANIZZAZIONE DELLO STUDIO

8.1 - Fasi del Progetto
Il consulente aggiudicatario dell'appalto-concorso svolgerà il suo studio e la successiva progettualità secondo le sottoelencate fasi:
FASE 1 - Elaborazione e presentazione di una o più ipotesi operative di larga massima ma con contenuti e strutturazione riconoscibili e univoche.
La Fase 1 è seguita dal parere del Comitato di vigilanza che procederà alla identificazione e all'eventuale approvazione dello scenario ottimale. In questa sede il Comitato potrà richiedere modifiche, integrazioni, variazioni o rimodulazione dei contenuti e della struttuzazione complessiva del Sistema Città della Scienza.
FASE 2 - Presentazione della edizione preliminare dello studio e approvazione dello stesso da parte del Comitato di vigilanza. Presentazione dei risultati definitivi dello studio rispetto ai punti 1 e 2 degli obbiettivi del progetto di cui all'art. 1 del presente Capitolato Tecnico. I risultati definitivi su "Domanda potenziale e stima del flusso dei visitatori" e "Valutazione del dimensionamento e Morfologia" saranno messi a disposizione del consulente a cui sarà affidato lo studio relativo all'individuazione della forma organizzativa e della struttura gestionale della futura Città della Scienza.
FASE 3 - Presentazione dello studio di fattibilità e della progettazione dei contenuti in edizione definitiva a conclusione dei servizi.


8.2 - Commissione scientifica
l'Amministrazione affiancherà alla U. O. Musei Scientifici della Sovrintendenza comunale una commissione di esperti che sarà nominata a partire dalla esperienza fin qui maturata attraverso l'opera della Commissione istituita nel 1998 per fornire al Comune di Roma una consulenza sul progetto in campo scientifico e culturale.

8.3 - Comitato di Vigilanza
Al momento dell'entrata in vigore del contratto, l'Amministrazione nominerà un Comitato di vigilanza che avrà il compito di seguire le fasi di avanzamento dello studio, garantirà un equilibrio tra l'autonomia e la responsabilità progettuale del consulente, la valorizzazione del lavoro svolto dalle Commissioni scientifiche e l'attività di indirizzo dell'Amministrazione Comunale. Il Comitato avrà sia una funzione di vigilanza e di indirizzo sulla realizzazione del prodotto sia una funzione di interlocuzione con il consulente nella elaborazione in itinere del progetto.

8.4 - Coordinatore del progetto
Il Consulente identificherà un Coordinatore dello Studio.

 

Il Sovrintendente
Prof Eugenio La Rocca